Risultati

EPICOVID19 Risultati

ore 10:00 del 14/05/2021
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QUESTIONARI RICEVUTI

durante l’indagine di follow-up

ore 10:00 del 03/06/2020
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QUESTIONARI RICEVUTI

durante la prima indagine

L’indagine on-line EPICOVID19, avviata lo scorso 13 Aprile 2020, con lo scopo di stimare i sintomi riconducibili a COVID-19 e i fattori associati all’infezione sul territorio nazionale, in una settimana è riuscita a raggiungere più di 200.000 persone attraverso diversi canali di diffusione (siti web istituzionali, social-media, mailing list). L’età media dei partecipanti è 47 anni e il 59,7% è di sesso femminile.

In figura sono riportati, a sinistra, i tassi di compilazione del questionario specifici per regione e calcolati per 100.000 abitanti (popolazione residente nelle regioni italiane, dati aggiornati al 01/01/2019, ISTAT) e, a destra, i tassi di incidenza di SARS-CoV-2 per 100.000 abitanti (Aprile 2020)

EPICOVID19 - Pubblicazioni scientifiche

Un primo studio sui sintomi di COVID-19 “Self-reported symptoms of SARS-CoV-2 infection in a non-hospitalized population: results from the large Italian web-based EPICOVID19 cross-sectional survey” ha consentito di evidenziare che febbre, tosse, dolori muscolari, e perdita di gusto/olfatto erano fortemente indicativi della presenza di infezione da SARS-CoV-2. In particolare, molto discriminatoria era la presenza di alterazione di gusto/olfatto, poiché chi presentava anche singolarmente questo disturbo aveva una probabilità circa 10 volte maggiore di essere stato infettato rispetto a chi non lo presentava. Inoltre, sulla base dei dati raccolti su sintomatologia e contatti diretti con altri casi COVID-19, è emerso che il 4,4% dei partecipanti ha riferito un quadro complessivo tipico dell’infezione. Questa percentuale, standardizzata in riferimento all’intera popolazione italiana, ha consentito di stimare il numero di casi molto probabili di COVID-19 in circa 2,2 milioni di persone, cioè quasi nove volte il numero di casi ufficialmente riportati per il periodo febbraio-maggio 2020, facendo maggiore chiarezza sulla cosiddetta parte sommersa dell’infezione.

Lo studio The Association between Influenza and Pneumococcal Vaccinations and SARS-Cov-2 Infection: Data from the EPICOVID19 Web-Based Survey ha evidenziato che gli intervistati che avevano ricevuto una vaccinazione anti-pneumococcica hanno avuto una probabilità inferiore di avere un test positivo per SARS-CoV-2 rispetto ai non vaccinati. In particolare, si è osservato che la vaccinazione anti-pneumococcica era associata ad una probabilità inferiore del 39% e del 44% di avere un risultato positivo al test rispettivamente nei soggetti di età inferiore a 65 anni e in coloro di età uguale o superiore ai 65 anni. Questi risultati hanno mostrato che le persone più inclini all’utilizzo di vaccinazioni, e più ragionevolmente attente alla prevenzione ed al proprio stato di salute, hanno contratto meno frequentemente l’infezione da SARS-CoV-2. Un secondo risultato, più strettamente legato ad aspetti di sanità pubblica, ha evidenziato che politiche sanitarie diverse tra regione e regione hanno impattato, positivamente o negativamente, sulla diffusione dell’infezione.
A supporto dei risultati dello studio precedente, lo studio Missed Opportunities of Flu Vaccination in Italian Target Categories: Insights from the Online EPICOVID 19 Survey ha evidenziato gli attuali punti critici delle campagne vaccinali, usando come riferimento la copertura nazionale di vaccinazione contro l’influenza stagionale. Secondo i nostri risultati, ed in linea con quelli ufficiali del Ministero della Salute, attualmente la copertura vaccinale nelle persone con più di 65 anni è del 54% circa, ancora molto lontana dall’obiettivo del 75% prefissato dall’autorità sanitaria. In particolare, i nostri risultati hanno evidenziato come ad oggi la vaccinazione anti-influenzale sia effettuata nella gran parte dei casi in persone più fragili, trascurando tuttavia fasce di popolazione comunque a rischio o di età inferiore ai 65 anni. Come attualmente constatiamo per la vaccinazione anti-covid19, una corretta politica vaccinale è un aspetto che riguarda la promozione della salute pubblica non solo nell’interesse del singolo individuo ma anche della collettività.

La pubblicazione Age-Related Changes in Clinical Presentation of Covid-19: the EPICOVID19 Web-Based Survey ha trattato aspetti di tipo clinico, legati alle diverse modalità in cui i casi COVID-19 si presentano clinicamente. In particolare è stato caratterizzato come determinate condizioni patologiche e quadri di sintomatologia tendano ad aggregarsi diversamente soprattutto in funzione dell’età. La conoscenza di questi diversi profili di malattia può quindi essere di grande aiuto da un punto di vista clinico per la gestione ed il trattamento più adeguato di casi di infezione da SARS-CoV-2.

Con l’articolo scientifico “Association Between Smoking and SARS-CoV-2 Infection: Cross-sectional Study of the EPICOVID19 Internet-Based Survey” è stato analizzato il cosiddetto “paradosso del fumatore”. Infatti, anche secondo i nostri dati il fumo attivo di sigaretta è risultato associato ad una probabilità quasi dimezzata di avere un tampone con esito positivo. Sono ben noti gli effetti nocivi del fumo sulla salute, tuttavia questa osservazione ha consentito di sollevare interessanti ipotesi biologiche sulla penetrazione del virus nella cellula. In particolare, è stato ipotizzato che la nicotina interferisce con il recettore ACE2, che il virus SARS-CoV-2 utilizza per entrare nel nostro organismo, e con le nostre molecole pro-infiammatorie, a loro volta coinvolti nel processo patologico di COVID-19. Lo studio EPICOVID19 non è uno studio biologico e quindi non può dimostrare o confutare ipotesi di questo tipo. Tuttavia i risultati epidemiologici di questa pubblicazione possono costituire una base per studi biologici che indaghino questi meccanismi, ovvero se altri agenti, evidentemente non dannosi come il fumo ma che interagiscono in modo analogo ad esso con la nostra biologia, possano diminuire il rischio di contagio da SARS-CoV-2.

Nell’articolo Fear of COVID-19 for Individuals and Family Members: Indications from the National Cross-Sectional Study of the EPICOVID19 Web-Based Survey” è stato approfondito il tema della paura di contagio per sé stessi e per i membri della famiglia. I risultati hanno mostrato che tra i partecipanti allo studio, la paura di contagio per i familiari in generale prevaleva sulla paura per sé stessi, ed era più alta tra le donne rispetto agli uomini. Altre condizioni associate alla paura erano la presenza di specifiche condizioni patologiche, la possibilità di essere stati a contatto con persone infette ma che tuttavia non potevano averne riscontro a causa della limitata disponibilità di test diagnostico, ed il differente contesto socio-economico-culturale. Poiché il nesso tra la percezione personale di paura che si può creare e la comunicazione di un evento pandemico è molto stretto, diventa necessario che la comunicazione ai cittadini sulla pandemia sia fatta ben tenendo in mente le specifiche condizioni di fragilità e gli specifici bisogni. Una comunicazione adeguata avrebbe infatti il pregio di poter trasformare una reazione naturale come la paura da sentimento esclusivamente negativo, che può minare il benessere mentale, a strumento positivo di consapevolezza comune nell’affrontare una minaccia pandemica.

EPICOVID19 - Panoramica dei risultati

EPICOVID19 – Associazione tra la vaccinazione antinfluenzale ed anti-pneumococcica e la positività al test (Vaccines 2020, 8(3))

Per ulteriori informazioni, consultare la pubblicazione scientifica https://doi.org/10.3390/vaccines8030471

EPICOVID19 – Distribuzione dei sintomi in 171.310 questionari (10/05/2020)

Per ulteriori informazioni, consultare la pubblicazione scientifica DOI: 10.2196/21866

EPICOVID19 – Distribuzione dei sintomi in 171.310 questionari (10/05/2020)

 

EPICOVID19 – I partecipanti dopo i primi 138.803 questionari (19/04/2020)

EPICOVID19 – distribuzione dei partecipanti per regione, sesso ed età (19/04/2020)

 FemmineMaschiTotaleTassi di compilazione x 10.000 ab.
RegioneN (%)Età media (range)N (%)Età media (range)N (%)Età media (range)
Abruzzo723 (0,9)44,6 (19-89)518 (0,9)48,5 (18-97)1241 (0,9)46,3 (18-97)9,5
Basilicata262 (0,3)45,9 (19-86)198 (0,4)47,3 (19-78)460 (0,3)46,5 (19-86)8,3
Calabria562 (0,7)45,0 (19-87)439 (0,8)48,1 (18-90)1001 (0,7)46,4 (19-90)5,2
Campania2186 (2,6)45,4 (18-95)1862 (3,3)47,9 (18-86)4048 (2,9)46,5 (18-95)7,0
Emilia-Romagna8607 (10,4)45,7 (18-98)5611 (10,0)46,7 (18-96)14218 (10,2)46,1 (18-98)31,9
Friuli1441 (1,7)45,5 (18-88)1010 (1,8)47,6 (18-88)2451 (1,8)46,3 (18-88)20,2
Lazio8604 (10,4)48,0 (18-98)5846 (10,4)49,4 (18-97)14450 (10,4)48,6 (18-98)24,6
Liguria3395 (4,1)48,4 (18-93)2342 (4,2)49,5 (18-94)5737 (4,1)48,8 (18-94)37,0
Lombardia26880 (32,5)47,5 (18-100)17478 (31,2)48,4 (18-100)44358 (31,9)47,8 (18-100)44,1
Marche1545 (1,9)44,8 (18-94)1137 (2,0)47,6 (18-96)2682 (1,9)46,0 (18-96)17,6
Molise100 (0,1)43,2 (19-72)87 (0,2)46,3 (19-77)187 (0,1)44,6 (19-77)6,1
Piemonte9178 (11,1)46,5 (18-98)5979 (10,7)47,3 (18-96)15157 (10,9)46,9 (18-98)34,8
Puglia2330 (2,8)45,2 (18-93)1881 (3,4)48,1 (18-94)4211 (3,0)46,5 (18-94)10,4
Sardegna2195 (2,7)47,3 (18-100)1315 (2,3)49,6 (18-94)3510 (2,5)48,2 (18-100)21,4
Sicilia1781 (2,2)46,9 (18-91)1277 (2,3)48,7 (18-84)3058 (2,2)47,7 (18-91)6,1
Toscana5491 (6,6)46,4 (18-100)3867 (6,9)47,3 (18-97)9358 (6,7)46,8 (18-100)25,1
Trentino989 (1,2)43,6 (18-97)699 (1,2)44,7 (18-85)1688 (1,2)44,0 (18-97)15,7
Umbria587 (0,7)45,6 (18-81)426 (0,8)48,0 (18-81)1013 (0,7)46,6 (18-81)11,5
Valle d’Aosta184 (0,2)48,3 (19-97)99 (0,2)47,7 (21-81)283 (0,2)48,1 (19-97)22,5
Veneto5710 (6,9)44,3 (18-93)3982 (7,1)45,1 (18-90)9692 (7,0)44,7 (18-93)19,8
Totale82750 (59,6)46,7 (18-100)56053 (40,4)47,9 (18-100)138803 (100)47,2 (18-100)23,0